Disturbo ossessivo

disturbo ossessivo, ossessioni, ruminazioni mentali

Non scegliamo mai le nostre ossessioni,
sono le ossessioni a scegliere noi. John Irving

Il disturbo ossessivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, ovvero pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che turbano la quiete mentale, comportano spreco di tempo e vengono percepiti come intrusivi ed indesiderati.

Il contenuto delle ossessioni è vario, può riguardare l’avverarsi di situazioni altamente improbabili (spesso a sfondo religioso, sociale o sessuale) ma ritenute intollerabili dal soggetto. In particolare i pensieri e le immagini possono essere relativi a scene in cui la persona mette in atto comportamenti indesiderati e inaccettabili, privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (aggredire improvvisamente qualcuno o se stessi, avere rapporti omosessuali o pedofilici, tradire il partner, compiere azioni blasfeme o bestemmiare, offendere persone care, ecc.). Possono essere presenti pensieri persistenti di contaminazione (da microbi, Aids, sporco o sostanze potenzialmente nocive o disgustose), dubbi (come chiedersi ripetutamente se si è chiuso il gas o se si è lasciata aperta la portiera della macchina), superstizioni…

Come reagisce la persona che sperimenta questi pensieri intrusivi?

disturbo ossessivo
Nel disturbo ossessivo si assiste ad una lotta tra il pensiero e il pensare: attraverso il pensare ragionevolmente si tenta di annullare un pensiero irragionevole o semplicemente scomodo (Nardone G.).

Il meccanismo che alimenta e struttura il disturbo ossessivo è il controllo che fa perdere il controllo, che può applicarsi sia al ragionamento che all’azione. La persona reagisce infatti a tali pensieri cercando di:

→ scacciarli, non pensarci, combatterli e distrarsi. L’effetto è che più l’individuo cerca di sopprimere e di scacciare dalla mente i propri pensieri indesiderati, più li alimenta e li rende pervasivi, perché pensare di non pensare è già pensare. Prova infatti a NON pensare ad una mucca viola… ci hai pensato e te la sei immaginata, vero? E non esiste neppure!!! Allo stesso modo la persona che cerca di non pensare finisce con il perdersi dentro quel pensiero, come una marionetta rotta con gli occhi rivolti all’indentro, fissi ad osservare quel vortice di pensieri che invade la mente. L’ossessione viene nutrita proprio dal tentativo di sopprimerla: se invece non la si combatte, come viene se ne va. La modalità del «pensare di non pensare» può riferirsi al passato, al presente e/o al futuro. La persona può essere tormentata dal ricordo di qualcosa che è avvenuto nel passato e che non può più cambiare, dal dubbio di poter realizzare qualcosa nel presente, oppure da interrogativi sui rischi e sui benefici di un progetto che dovrà eseguire nel futuro;

→ trovare una spiegazione rigorosa e oggettiva per ogni cosa, anche per ciò che non si presta ad un’analisi razionale, come le emozioni, con l’effetto di generare sofferenza psichica e di produrre veri e propri disastri personali ed interpersonali;

→ razionalizzare e rimuginare nel tentativo di ricondurre tutto sotto il controllo rassicurante di un ragionamento logico, razionale e perfetto. L’individuo si ritrova intrappolato in un circolo vizioso in cui ad avere il controllo è l’ossessione;

→ avere tutto sotto controllo. Si tratta di persone perfezioniste che, come corde di violino, sono sempre tese nello sforzo di tenere tutto sotto controllo, estremamente rigide tanto da non contemplare degli imprevisti nella propria quotidianità. La vita di questi individui è focalizzata più su un discorso di dovere che di piacere (il piacere rischia di far perdere il controllo ed è una perdita di tempo). Possono essere presenti “anticipazioni precauzionali”, ovvero tentativi di pianificare ogni cosa cercando di anticipare gli eventi futuri, per poterli controllare e gestire. Queste persone possono inoltre comportarsi nello stesso modo in ogni ambito, sia personale che professionale, oppure possono tenere sotto controllo anche i familiari;

→ neutralizzarli con altri pensieri o azioni (compulsioni). Ad esempio, una persona che è tormentata dal dubbio di avere chiuso la portiera della macchina, può tornare varie volte sui suoi passi per assicurarsi di averlo fatto. In questo caso ci troviamo di fronte ad un disturbo ossessivo-compulsivo;

→ parlarne per ricevere rassicurazione e protezione. In realtà le rassicurazioni, anziché aiutare, alimentano tale sistema patogeno poiché legittimano e assecondano il problema. Inoltre, a lungo andare, tendono a perdere il loro potere rassicurante, per cui la persona ricorre all’espletazione di rituali per placare l’ansia, trasformando il disturbo ossessivo in disturbo ossessivo-compulsivo.

Disturbo ossessivo e Psicoterapia Breve Strategica

L’Approccio Breve Strategico prevede una serie di strategie in grado di ristrutturare il modello di ragionamento della persona e di guidarla ad esercitare deliberatamente l’assenza di controllo. Avere il controllo non significa infatti averlo sempre, ma essere in grado di lasciarlo per poi riprenderlo. La differenza è come tra un filo d’erba che ondeggia e si muove secondo l’inclinazione del vento e la canna che col vento forte si spezza. Più si diventa rigidi, più si diventa fragili.

Autrice: dott.ssa Monica Orma

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2 pensieri su “Disturbo ossessivo

  1. Salve Dottoressa, sono un ragazzo di 24 che in seguito alla malattia di mia madre (cancro, fortunatmente guarito), ha iniziato ad avere il terrore prima di offendere lei, poi la mia ragazza. In particolare mi vengono in mente offese associate ai loro nomi o in risposta a loro domande del tipo: vuoi questa cosa? Si, (offesa). Mi crea un disagio profondo con crisi di pianto, mal di stomaco e inappetenza. Secondo lei può rientrare nel DOC? Grazie mille

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