Disturbo da ansia di malattia (ipocondria)

Disturbo da ansia di malattia (ipocondria)

Una delle malattie più diffuse è la diagnosi.Karl Kraus

Disturbo da Ansia di Malattia e DSM V

Il DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) definisce il Disturbo da Ansia di Malattia (conosciuto precedentemente come “Ipocondria”) come caratterizzato da preoccupazione di avere o di poter contrarre una grave malattia.
Spesso i sintomi somatici sono assenti o di lieve entità.
Se è presente una condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione risulta eccessiva o sproporzionata.
L’individuo ha un elevato livello d’ansia e si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute attuando eccessivi comportamenti correlati alla salute (per esempio controlla ripetutamente il proprio corpo cercando segni di malattia) o presentando un evitamento disadattivo (ad esempio evita le visite all’ospedale).

Formazione

L’esordio di questo disturbo può essere successivo al forte timore provocato da uno stato reale di malattia vissuto in prima persona o da familiari, verificarsi in seguito alla lettura di articoli medici o all’esposizione a notizie (tramite la TV o la radio) che trattano di sintomi indicatori di gravi malattie.

Quali strategie disfunzionali alimentano il problema?

disturbo da ansia di malattia, ipocondria, psicologa Modena, Monica OrmaLa preoccupazione o la convinzione di avere una o più malattie gravi diventano un elemento centrale dell’identità e dell’immagine di sé dell’individuo ed un suo modo abituale di rispondere agli stress della vita. Frequentemente si assiste ad una “migrazione” continua dei sintomi e delle cause del problema. La persona alterna periodi in cui l’attenzione è focalizzata su alcuni sintomi e preoccupazioni, ad esempio la paura  di un tumore polmonare, ad altri in cui cambia il focus della paura, per esempio la paura di soffrire di distrofia muscolare. La paura delle malattie induce la persona a mettere in atto dei comportamenti che inizialmente possono rassicurare e produrre uno stato di benessere, ma che nel tempo portano ad un’amplificazione e al peggioramento del problema. Tali strategie disfunzionali sono:

Ascolto spasmodico e continuo delle sensazioni fisiche e di ogni segnale proveniente dal proprio corpo per rilevare i presunti indicatori di malattia.
Effetto: «Chi cerca, trova». Il controllo volontario e mentale di funzioni organiche che sono spontanee comporta un aumento di arousal, ovvero uno stato di attivazione e di alterazione fisiologica che conferma le convinzioni erronee della persona e che produce un ulteriore aumento della paura e delle preoccupazioni. Se il disturbo si protrae nel tempo, come effetto dello stress prolungato si possono sviluppare delle reali somatizzazioni e dei disturbi somatoformi.

  – Ricerca compulsiva di informazioni (letture approfondite, programmi medici in TV, ricerche su internet) e di rassicurazioni e diagnosi mediche sottoponendosi a continui esami clinici specialistici e strumentali.
Effetto: la negatività dei referti delle analisi diagnostiche rassicura solo temporaneamente, alimentando l’esigenza di controllo e di nuove ricerche diagnostiche. Le ricerche su internet (cybercondria) alimentano i timori e la confusione, anche a causa della difficoltà di selezionare le fonti scientificamente attendibili.

 Socializzazione e richiesta continua di rassicurazioni a familiari e amici.
Effetto: la ricerca di rassicurazioni e di conferme alla propria credenza può provocare frustrazione e sfinimento nei familiari, fino a generare forti tensioni.  I familiari inoltre possono divenire fedeli consolatori e accompagnatori alle visite mediche, confermando ed incrementando il problema.

 Evitamento disadattivo di situazioni e attività che potrebbero slatentizzare la presunta condizione patologica. La persona evita medici, ospedali, visite e accertamenti anche di routine, individui che appaiono malati. Può evitare anche riviste e programmi televisivi che riguardano la salute o sottrarsi a sforzi e alla pratica sportiva.
Effetto: l’evitamento conferma in modo ricorsivo la presenza di una malattia, poiché «Se evito c’è un valido motivo, ovvero sono malato».

Questi comportamenti possono stravolgere pesantemente le abitudini di vita e creare disagio significativo compromettendo diverse aree di funzionamento (lavoro, relazioni familiari e sociali, scuola…).

Se è presente la paura di morire per una malattia specifica, fulminante e a carico di un apparato specifico (es. cuore, cervello) e il timore si focalizza sullo stesso segnale proveniente dal corpo si parla di patofobia.

La Terapia Breve Strategica e il Disturbo da Ansia di malattie

Il Disturbo da Ansia di malattie può essere trattato con la Psicoterapia Breve Strategica e definitivamente risolto in tempi brevi attraverso l’applicazione di specifici protocolli di trattamento.

VUOI SAPERNE DI PIÙ SULL’IPOCONDRIA, SULLA PATOFOBIA E SUL LORO TRATTAMENTO?
TI CONSIGLIO LE SEGUENTI LETTURE:

– Nardone, G. (2003), “Non c’è notte che non veda il giorno. La terapia in tempi brevi per gli attacchi di panico”, Ponte alle Grazie, Milano

– Nardone, G. (2000), “Oltre i limiti della paura”, Rizzoli, Milano

– Bartoletti A., Nardone, G. (2018), “La paura delle malattie. Psicoterapia Breve Strategica dell’ipocondria”, Ponte alle Grazie, Milano

Salva

1 Condivisioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.