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Mi manchi
C’è da riflettere sulla parola “mancare”.
Ti ricordi? Dicevamo “Mi manca” davanti alla figurina che ancora non avevamo nell’album, e “Ce l’ho” davanti a quella già incollata.
Ecco quindi che forse è tutto li,
nell’incollarselo dentro, qualcuno,
per non dire mai “Mi manchi”
ma sempre “Ti ho”.
— Andrea Donaera
Legarsi
– Quello che più mi manca di lui sono io quando stavo con lui. Perché di me non chiedeva mai niente, ma mi dava l’impressione di conoscere tutto. […]
Nel senso che alcune persone riconoscono istintivamente i nostri punti deboli e sfruttano proprio quelli per legarci a loro. Fanno un po’ come fa un medico generico che tasta il paziente e gli chiede fa male qui? e appena il paziente gli dice si, invece di dargli la medicina giusta continua a spingere.
– E le pare poco scusi?
– Cosa?
– Scoprire dov’è che fa male.
C. Gamberale
Amare cosa?
Nemo est qui non amet, sed quaeritur quid amet.
Non c’è nessuno che non ami;
quel che si domanda è che cosa ami.
– AGOSTINO, Discorsi, XXXIV
Gelosia
Come geloso, io soffro quattro volte:
perché sono geloso,
perché mi rimprovero di esserlo,
perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro,
perché mi lascio soggiogare da una banalità:
soffro di essere escluso,
di essere aggressivo,
di essere pazzo e
di essere come tutti gli altri.
– Barthes, Roland
Dire
Sarebbe bello se ora, chiunque non riesce a dire qualcosa a qualcuno, la dicesse. Così, senza pensare alle conseguenze, alle tempistiche, alle parole da usare, al modo in cui porsi. Così. Sono sicura che molti smetterebbero di mancarsi, molti smetterebbero di amarsi, molti inizierebbero a conoscersi, molti finirebbero per piangere, molti si direbbero addio, molti conoscerebbero nuove persone e non si sentirebbero più soli, molti si chiederebbero perché, perché hanno sprecato tutto questo tempo a stare lontani. Perché non c’è cosa più certa dell’attimo che state vivendo ora. Sfruttatelo.
Terr(am)ore
Forse distruggo le prove della tua esistenza,
ma dentro di me esisti
in un modo che mi atterrisce.
– David Grossman
L’amore saggio
L’ “amore saggio” è un funambolico paradosso che si regge su tre prerogative fondamentali della relazione: desiderio reciproco, complicità costante ed esclusività del rapporto.
Se all’inizio di una relazione amorosa manca il desiderio, questo non può mai essere costruito; qualora ci sia invece, può essere compromesso se non viene coltivato adeguatamente.
La complicità, al contrario, rappresenta il frutto di un’intesa maturata nel tempo: basta uno sguardo per comprendersi, e anche un semplice sorriso connota un legame di reciproca fiducia, di stima e di compiacimento. Essere complici significa essere sempre alleati anche quando uno dei due sbaglia.
L’esclusività del rapporto, a differenza di quanto potrebbe apparire, non obbliga alla fedeltà sessuale: questa deve essere garantita dal desiderio reciproco che rende immuni da altre tentazioni. Al contrario, un legame è esclusivo quando niente e nessuno possono infrangerlo. In questo caso le difficoltà da affrontare uniscono ancor più di una vita serena.
– G. Nardone
Tipi di amore
“Quando devo descrivere un buon matrimonio ai miei pazienti, faccio notare loro che ci sono essenzialmente quattro tipi di amore.
Il tipo infantile: “Io mi amo, amo quello che faccio e come sono”.
La fase successiva, “Amo il me in te. Ti amo perché sei mio fratello, mia madre, mio padre, mia sorella, il mio cane. Io amo quello che c’è di me in te.
Poi il tipo di amore adolescenziale “Ti amo perché mi piace come balli, perché la tua bellezza mi piace, o perché il tuo cervello mi piace”.
E poi lo stadio adulto dell’amore, “Voglio amarti e amare te, perché voglio vederti felice. So di trovare la mia felicità nella tua felicità: più sarai felice tu e più felice sarò io. Sarò felice nel ballare se ballare ti rende felice o nel fare le cose che ti rendono felice.
Quindi l’amore maturo è la capacità di trovare piacere nel godimento dell’altra persona. Funziona in entrambi i sensi.”
“In una buona relazione ci si aspetta di vedere sia l’amore infantile che quello adolescenziale. Ma buona parte deve essere di amore adulto: anche se non capisco perché ti appassioni tanto lo sport (o lo shopping) sono felice che questo ti dia felicità, anche se per me è inspiegabile!”
– M. Erickson
Amore per il pesce
“Ragazzo, perché mangi quel pesce?“
E il ragazzo risponde: “Perché io amo il pesce.”
E lui dice: “Oh, ami il pesce. Per questo lo hai tirato fuori dall’acqua, bollito e ucciso. Non venirmi a dire che ami il pesce, tu ami te stesso e, dato che ti piace il suo sapore, l’hai tirato fuori dall’acqua, ucciso e bollito.
Molto di quel che noi chiamiamo amore, è ‘amore-per-il-pesce’.
E quindi quando una ragazza e un ragazzo s’innamorano, cosa significa?
Significa che lui ha visto in questa donna qualcuno che potesse soddisfare i suoi bisogni fisici ed emotivi. E allo stesso modo lei. Quello era amore, ma ognuno pensa ai propri bisogni.
Troppo di ciò che noi chiamiamo amore è ‘amore-per-il-pesce.’
L’amore esternato, invece, non riguarda ciò che riceverò, ma ciò che darò.
Abbiamo un etico, il rabbino Dessier, che disse: “Le persone compiono un grave sbaglio pensando che si doni a chi si ama.”
E la vera risposta è che si amano coloro a cui si dona.
E ciò vuol dire che, se io ti do qualcosa, investo me stesso in te.
E dato che amare se stessi è un dato di fatto, ora che quella parte di me fa parte di te, vi è una parte di me in te che amo.
Il vero amore è l’amore che dona, non quello che riceve.
– A. J. Twerski
Lasciare andare
Lasciare significa:
lasciare che per un po’ le cose seguano il loro corso,
che si muovano liberamente senza il nostro intervento,
finché la direzione del loro movimento non si mostri spontaneamente.
Se rinunciamo a tentare di guidare le cose e quelle, muovendosi,
si allontanano da noi,
lasciamole andare.
Molliamo la presa.
Se le lasciamo andare per la loro strada,
ci rendiamo liberi per qualcos’altro.
Se ci stacchiamo da qualcosa che alla lunga rappresenta un peso piuttosto che un aiuto ad andare avanti, poi saremo pronti ad aprirci all’essenziale, a ciò che conta…
– Bert Hellinger, Gli Ordini del Successo
Disinnescare
Sono Psicologa clinica e giuridica, Psicoterapeuta e Ricercatrice Ufficiale del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, Ipnologa, Supervisore, Tutor e Formatrice.
Sono una comunicatrice «seriale» ed una cacciatrice di aforismi e di storie.
Il linguaggio è un dono ed il mio tormento. Può esistere qualcosa dove manca la parola?
Le parole hanno il potere di definire, ristrutturare, demolire ed inventare infinite realtà, anche dentro la stanza dello psicoterapeuta.