Il voto scolastico è una realtà inventata che produce disastri

Il voto scolastico è una realtà inventata che produce disastri

Scopo della scuola è quello di sostituire una mente vuota con una aperta.Malcolm S. Forbes

voto scolasticoDopo aver frequentato per molti anni diverse scuole e corsi sono giunta alla conclusione che il voto scolastico produca effetti disastrosi.

Lo ritengo pericoloso perché gli alunni si avvicinano alle materie e allo studio con l’unico e dichiarato obiettivo di rimediare almeno la sufficienza.

Il desiderio della conoscenza, il brivido della scoperta, l’interesse verso ciò che dovrebbe fornire quegli strumenti che garantiscono un adattamento funzionale alla realtà passano sempre in secondo piano.

Il problema non è solamente che ormai conta solo il voto, ma che il voto ci conta.

Spesso i ragazzini non riescono infatti a comprendere che il voto si riferisce ad una particolare e circoscritta prestazione o compito.

Credono che il voto definisca la loro persona.

Bastano quindi pochi giudizi negativi per far sì che quel voto diventi la loro identità.

L’abito diviene pelle.

Sono da 4, quindi valgo 4”.

I voti si trasformano in macigni pesanti che i ragazzi si caricano addosso e che condizionano la loro vita, che agiscono come una zavorra o un freno a mano tirato che rallenta ed incide su scelte e direzioni.

Il voto è solo un numero, la stupida invenzione di chi ci vorrebbe tutti uguali.

Non permettere mai ad un giudizio di giudicarti.
I voti non definiscono il tuo valore.

Forse starai pensando che chi prende dei voti positivi se la passi meglio.

Io sono sempre rientrata nella categoria dei “più bravi” e ti assicuro che ottenere il massimo dei voti può convertirsi in una condanna, perché se hai preso 10, a quel punto puoi solo peggiorare. Oppure puoi cercare di mantenerti sempre in alto ma con un’enorme fatica, spesso rimanendo da solo (con i compagni che ti guardano come se fossi un extraterrestre) e rinunciando ad altri interessi e piaceri.

I voti alti inoltre generano aspettative elevate nel sistema familiare: “Con tutti quei 10 sei destinato ad avere successo nella vita!”.

Ma chi l’ha detto?

Ho conosciuto dei “secchioni” che nella vita quotidiana e nella pratica erano imbranati o disadattati.

Il voto non è dunque una misura del grado di successo e di soddisfazione che otterrai nella vita.

I voti sono pericolosi anche per i genitori. Se i voti positivi producono aspettative talvolta irrealistiche e quindi destinate ad infrangersi e a produrre frustrazione e rabbia, quelli negativi generano due differenti effetti:

– Reazione protettiva: “Mio figlio è un genio incompreso, è la scuola ad essere sbagliata”. In questo caso si spezza il ponte che unisce e allea famiglia e scuola. Mentre le due fondamentali agenzie educative litigano, il ragazzo diventa uno spettatore passivo che guarda alla scuola come ad un lungo e noioso film dell’errore.

– Reazione aggressiva: “Visto che prendi sempre 4, sei un poco di buono!”. Il messaggio inviato agisce come una profezia negativa, che si realizzerà.

Caro genitore, quando tuo figlio torna a casa da scuola, evita di domandare “Com’è andata?” (traduzione “Cosa hai preso?”), ma chiedigli “Che cosa hai imparato oggi? Cosa ne pensi? Ti appassiona quella materia?”. Evita inoltre di creare confronti con gli altri compagni:  “Che bravo, hai ottenuto un 7, ma i tuoi amici che cosa hanno preso?”

La vera competizione è superare se stessi, non scavalcare gli altri.
Stimola curiosità e interessi, solo così tuo figlio potrà diventare il primo essere umano a mettere piede su Marte.

I voti infine sono pericolosi per gli insegnanti, che scivolano facilmente nella trappola del pregiudizio.

Se un alunno prende sempre 4, il professore penserà che soltanto un miracolo possa far accadere un 8.

Si formano così dei pregiudizi, ovvero sulla base dei risultati ottenuti si generano delle aspettative e dei giudizi che precedono il voto e che lo influenzano.

La scuola deve aprire orizzonti,
deve allargare i confini della mente,
deve incendiare di passioni,
deve coltivare i talenti,
deve valorizzare le differenze,

non deve incasellare in un’etichetta ed imprigionare in una realtà inventata.

Io sogno una scuola senza voti, e tu?

Autrice: dott.ssa Monica Orma

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8 pensieri su “Il voto scolastico è una realtà inventata che produce disastri

    1. Questo articolo si propone solo di sottolineare una criticità. Nel mio lavoro clinico spesso incontro bambini e famiglie e registro gli effetti collaterali di questo sistema scolastico. In Italia esistono già dei progetti pedagogici volti a superare e ad offrire un’alternativa alla scuola del “profitto”, a mio avviso molto interessanti. Personalmente conosco il progetto “la scuola del gratuito”, che trova su internet. Sarebbe utile ricevere altri spunti e idee, da trasformare in piani d’azione.

  1. In effetti l’articolo mette in relazione due mondi spesso contrapposti e troppo poco spesso alleati: la famiglia e la scuola e si propone di analizzare i due aspetti estremi del problema.
    Personalmente io credo che il voto vada letto in modo del tutto relativo rispetto alla progressione delle conoscenze. Un 4 che diventa 6 vale molto di più di un 9 e sto.
    Inoltra 8-9-10 dovrebbero essere considerati allo stesso livello. Da genitore ho imparato che il confronto diretto con gli insegnanti ( che non ti cercano, sei tu che devi cercare loro), la possibilità di lavorare sull’autostima sia un’impresa eccitante. Quel che dico sempre alle mie figlie è che la curiosità le salverà. Le salverà dagli appiattimento, dalle omologazioni, gli darà quel valore aggiunto che le renderà più forti. Non le proteggo dai voti negativi. Servono da stimolo per rialzarsi , per capire dove è come lavorare. Probabilmente quel che manca, mantenendo anche un criterio di valutazione è il dialogo continuo tra le parti. Invece ognuna delle tre parti in causa considera l’altro come un elemento di disturbo.

    1. Grazie Vincenza! Concordo su ciò che hai scritto, anche se la progressione delle conoscenze e la crescita personale potrebbero essere sottolineate da qualcosa che non sia un numero, che spesso porta a confronti con gli altri allievi, a paragoni che sono inutili e controproducenti, visto che siamo diversi e che tali differenze andrebbero valorizzate, anzichè livellate. In alunni che generalmente vanno bene, i voti negativi possono essere letti come un’occasione di crescita: cadi e ti rialzi più forte. Ciò non vale però per quegli alunni che collezionano tutta una serie di insufficienze e che ad un certo punto si rassegnano e rinunciano, decidono di non emergere, di rimanere schiacciati a terra. E spesso a terra ci rimangono per tutta la vita. Sono d’accordo con te anche sul fatto che manchi una forte alleanza tra famiglia e scuola, collaborazione che secondo me è vitale. Grazie per il tuo commento, molto stimolante!

  2. tutto quello che leggo è giusto ma nella realtà non sempre è facile spiegare a un ragazzino il perchè di tanti atteggiamenti o situazioni direi poco chiare. I voti il più delle volte non sono obiettivi!!!! Non è giusto che un ragazzo che risponde in maniera lodevole ad un’interrogazione prenda lo stesso voto di chi non risponde a molte domande. Non è giusto che un ragazzo che durante l’ora di motoria esulta per aver vinto una partita e il prof lo punisce per un mese e in più glli abbassa il voto a fine anno. Non è giusto che alcuni si imopegnano e studiano tutto l’anno mantenendo costante il loro profitto e altri invece con due domande a fine quadrimestre prendono addirittura voti più alti. Insomma i parametri di valutazione non sono assolutamente uguali per tutti!!!!
    Alla fine il quadro che dipingerà il ragazzo sarà disastroso perchè la prima affermazione che farà purtroppo sarà questa:” ma che studio a fare tanto, non serve perchè il rpof ha già in mente quanto assegnarmi e quanto assegnare agli altri!”

    1. Buongiorno Rebecca, purtroppo a scuola si assiste frequentemente ad atteggiamenti “ingiusti” o incomprensibili. Visto che è difficile intervenire, forse possiamo utilizzare ciò che accade. In fondo la scuola non è diversa da una vita in cui le cose non vanno sempre come dovrebbero andare e in cui i furbi sono spesso in prima fila. E allora una scuola cosi imperfetta può preparare i nostri figli e renderli resistenti agli urti di quella vita. Nel frattempo noi genitori dobbiamo continuare a ricordare ai nostri ragazzi che la vera competizione è superare se stessi, che il confronto con gli altri è sterile e che la scuola è soprattutto un’opportunità da cogliere per diventare quella persona e quel professionista che si desidera essere. Discorso piuttosto complesso per poterlo riassumere in poche righe. Grazie per la riflessione!

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